Anno: 2014 Isbn: 978-88-6396-561-2 Pagine: 64
Lei disse: “Dimmi qualcosa di bello”. Lui rispose: “(∂ + m) ψ = 0”.
L’equazione di Dirac è la più bella equazione conosciuta della fisica. Applicando il principio teorico, che prende in esame i due sistemi, a due persone di ambo i sessi o dello stesso sesso, esso si possa formulare così: “Se due persone interagiscono tra loro per un certo tempo in cui si verifica l’instaurarsi dei sentimenti reciproci di amicizia o di amore, e poi vengono separate, esse non possono essere descritte come due persone distinte ma, in qualche modo diventano un’unica persona. In altre parole, quello che accade a una di loro continua a influenzare l’altra, anche se distanti chilometri o anni luce”.
L’amore, o meglio la ricerca dell’amore, è il tema dominante della silloge di esordio di Claudia Buratti.
Amore è passione, sentimento che scaturisce dal cuore e non conosce ragione, non misura le cose, si esprime liberamente in una affannosa corsa dentro uno specchio a cercare il riflesso di quel suo stesso sentire: una corrispondenza perfetta d’affetto. Ma l’amore non si può toccare, si può solo sentire col cuore mentre la mente pretende traduzioni in linguaggi stereotipati. Ed è in questa vana ricerca che l’amore si perde in labirinti di terrene esistenze. Una lotta impari, insomma, fra mente e anima dove la condizione dominante è la costante incertezza, la caducità di un sentimento indefinibile per definizione.