Una vecchia scatola ritrovata in soffitta. Lettere, fotografie, un invito di nozze: frammenti di vite lontane che spalancano il varco a una storia intensa e dimenticata. Da quel piccolo archivio della memoria riemerge un passato tormentato, in cui la guerra spezza destini e l’amore si ostina a nascere tra le crepe della Storia.
Tutto ha inizio negli anni Venti, con l’incendio di Smirne e la fuga di una famiglia greca dall’Anatolia in fiamme. Ma è vent’anni dopo, nell’Europa devastata dalla Seconda guerra mondiale, che le esistenze si intrecciano in modo inaspettato. Marcello è un giovane ufficiale alpino dell’esercito italiano, spedito in Grecia con la Divisione Julia. Vassilissa è una ragazza turco-greca, fiera, colta, profondamente legata alla propria identità mista e dolente. Il loro incontro, avvenuto per caso tra le rovine del conflitto, diventa il fulcro di una storia d’amore delicata e ostinata, vissuta nell’ombra del pericolo, della persecuzione e dell’occupazione nazista.
Mentre l’Italia firma le leggi razziali e gli ebrei vengono braccati, Marcello e Vassilissa sfidano le leggi della guerra e dell’appartenenza. In una valle isolata tra le Alpi piemontesi e il confine svizzero, le loro vite si incrociano con quelle di altri fuggiaschi, partigiani, contadini, preti e traditori. Tutti stretti in un presente incerto, dove anche l’amore ha bisogno di travestimenti, silenzi e sguardi rapidi per sopravvivere.
Una storia di fuga e di resistenza, ma anche di tenerezza e umanità. Un romanzo in cui il sentimento diventa atto politico, e la memoria uno spazio necessario per capire chi siamo. Perché a volte solo il passato può restituirci la verità nascosta nelle pieghe di una vita.